Oggi è ormai evidente a tutti che una buona conoscenza dell’inglese è indispensabile in qualunque ambito, lavorativo e non, oltre che nella vita quotidiana di tutti i giorni: siamo infatti esposti di continuo all’uso di termini presi in prestito dalla lingua di Shakespeare, non più tradotti in italiano, e la lista si allunga sempre di più.
Conoscere una lingua però non equivale sempre a vedersi riconosciuto – in un colloquio di lavoro, in un concorso pubblico o in un test di accesso all’università – un determinato livello nelle quattro competenze: comprensione orale (ascolto), produzione orale (parlato), comprensione scritta (lettura), produzione scritta (scrittura). È in queste situazioni, molto più frequenti di quanto si pensi, che entra in gioco una certificazione linguistica.
Banalmente si tratta di sostenere un esame volto ad ottenere un documento ufficiale che attesti il raggiungimento di un determinato livello di competenze linguistiche.
Si tratta quindi a tutti gli effetti di una “patente linguistica” che di per sé – cosa che spesso non si sa – non ha una scadenza né va rinnovata. Semmai è l’ente il quale effettua la selezione (azienda, ente educativo, istituzione) che di volta in volta può fissare a sua discrezione dei criteri temporali: ad esempio può richiedere un certificato che non sia stato conseguito più di 5 anni prima.
Per completezza di informazione, quelli che hanno una scadenza non sono quelli denominati “esami” (“examinations” o “exams”) bensì i “test” come ad esempio il TOEFL e l’IELTS (in entrambi i casi la T è l’iniziale della parola “test”) la cui validità è limitata a 2 anni.
Esistono diversi enti certificatori in Italia che possono rilasciare un attestato di conoscenza della lingua inglese, a seguito di diverse tipologie di esame. Tuttavia ognuna di queste certificazioni si inquadra in un unico sistema valido in tutta Europa, ossia il QCER, Quadro Comune Europeo di Riferimento (qui il link ufficiale – testo in inglese).
Tale sistema descrittivo delle abilità linguistiche si articola su sei livelli di competenza da A1 a C2 e tre livelli intermedi (A2+, B1+ e B2+).
Senza scendere in dettaglio, basti sapere che:
Quando si cerca lavoro nel privato di norma non è richiesto tanto un certificato quanto delle reali capacità possibilmente da dimostrare tramite test o colloqui interni; tuttavia è chiaro che anche nel privato avere un attestato legalmente riconosciuto dà sempre e comunque una marcia in più. Cosa ben diversa nel settore pubblico, dove è sempre crescente il numero di enti territoriali – a livello statale in primis ma ormai anche regionale e locale – e funzionali – agenzie governative, scuole, università – in cui è richiesta obbligatoriamente una certificazione attestante un determinato livello di inglese – di solito non inferiore al B1.
In alcuni casi tale livello sarà un requisito di accesso, pena l’esclusione; in altri invece contribuirà a determinare una posizione in graduatoria tramite un sistema di punti proporzionati al livello conseguito. Chi è intenzionato a sostenere un concorso pubblico – e a maggior ragione chi è disposto ad affrontarne diversi – deve quindi partire dal presupposto che sarà bene munirsi quanto prima di un documento che attesti ufficialmente le proprie abilità linguistiche.
Il primo consiglio che sentiamo di dare a tutti è di non rimandare indefinitamente il conseguimento di una certificazione di inglese perché poi potrebbe essere troppo tardi, per due motivi: imparare e perfezionare una lingua è un percorso di lungo periodo, che dà risultati apprezzabili negli anni, non in pochi mesi e men che meno in qualche settimana;
dal momento in cui si decide di sostenere un esame di certificazione al momento in cui il certificato viene effettivamente rilasciato possono passare parecchi giorni, di norma alcune settimane se non qualche mese, poiché il processo si articola in più passaggi, quattro per la precisione:
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Quindi teniamo ben presente che da quando si pensa “mi serve un attestato di inglese” al momento in cui questo si materializzerà passeranno nella migliore delle ipotesi un minimo di 10-15 giorni lavorativi, ma più spesso 4-6 settimane se non due mesi e più. E, salvo quella piccola percentuale di italiani che hanno una buona padronanza della lingua internazionale per eccellenza, in questo breve lasso di tempo sarà necessario prepararsi per poter superare l’esame: in tal caso la soluzione migliore sono lezioni private su misura, con calendario flessibile e contenuti mirati.
Per quanto riguarda in generale gli standard richiesti, il possesso di un attestato che certifichi il livello B2 dà accesso ai concorsi pubblici per l’insegnamento. Ma certificare il proprio inglese è oggi molto importante per un altro motivo nel mondo della scuola: per ogni lingua conosciuta si può presentare un attestato, che assegna un punteggio dal livello B2 in su e ciò consente di migliorare il proprio inserimento nella Graduatoria Provinciale delle Supplenze (GPS). Lo stesso principio vale anche per i concorsi riservati al personale ATA, con un inserimento in graduatoria migliore grazie a un attestato di conoscenza della lingua inglese.
Interessante per chi si presenta ai concorsi pubblici per l’insegnamento è ancora un altro plus offerto da un speciale riconoscimento delle proprie capacità linguistiche relative all’inglese. Si tratta del titolo CLIL (Content and Language Integrated Learning) di cui molti insegnanti conoscono l’esistenza e che è conferito in relazione all’insegnamento di una materia non linguistica in lingua straniera. Per ottenere questa particolare qualifica, le competenze linguistiche richieste sono almeno pari a un livello certificato B2 o C1, unitamente a un corso di perfezionamento universitario del valore di 60 CFU. Anche nel caso del CLIL, uno dei benefici che si trae dal suo conseguimento è l’attribuzione di ben 3 punti in più per quanto riguarda l’inserimento in graduatoria per le GPS se il titolo è accompagnato da una certificazione linguistica riconosciuta.
Tutt’altra storia invece per quanto riguarda i concorsi pubblici nelle forze armate, dove l’accertamento della conoscenza della lingua della regina avviene in più fasi e con un sistema differente. Nella maggior parte dei casi, consiste di una prova preselettiva e in base al concorso il livello richiesto per superare questo test con domande a risposta multipla va dall’A2/B1 al B2/C1. Per alcuni specifici concorsi invece il candidato affronta una prova che di solito consiste nella lettura di un testo con un quiz collegato e il livello richiesto per questi esami di accertamento è sempre il C1.
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È bene fare una premessa prima di affrontare questo punto delicato: non tutti gli enti di formazione sono accreditati al rilascio di una certificazione riconosciuta e non tutti gli enti certificatori sono riconosciuti dalle autorità competenti (ministeri, università, ecc.).
Detto questo, se si è interessati ai concorsi pubblici in Italia, poco importa che un’attestazione linguistica sia riconosciuta in tutta Europa o in 190 paesi del mondo: l’unica cosa che conta davvero in questo caso è che l’ente certificatore in questione sia inserito nella lista degli enti riconosciuti sul sito ministeriale www.miur.gov.it. Questa lista viene aggiornata regolarmente, per cui è bene visitarla prima di scegliere un esame di certificazione per concorsi pubblici.
Riguardo alle principali tipologie di esame, possiamo dire che ci sono due tipologie: esame unico (o meglio, certificato unico) che include tutte le prove e il cui punteggio finale è la media dei punteggi nelle varie competenze, oppure prove d’esame separate su due o più attestati ciascuno con un suo punteggio. Iniziamo da quest’ultima tipologia.
Attestati separati: le prove possono essere organizzate in due modalità:
Di norma si tratta di prove acquistabili separatamente, mentre la maggior parte degli enti certificatori vendono un unico esame non scindibile.
Attestazione unica: fino a qualche anno fa esistevano esami solo orali come il Trinity (che esiste ancora con la denominazione GESE per le due competenze orali) mentre oggi è tutto più uniforme, tanto che anche il sistema Trinity ha un esame con 4 competenze denominato ISE. Questa con un unico attestato è la categoria più ampia e solitamente contiene due prove (scrittura lettura e ascolto da una parte, produzione orale dall’altra) che possono svolgersi nello stesso giorno o in giorni diversi, ma che comunque vanno acquistate assieme.
Per quanto riguarda il livello che puoi materialmente certificare, ci sono due possibilità:
Un discorso a parte meriterebbero le prove uniche in modalità “responsive” in cui la prova è uguale per tutti e più candidati possono uscire dalla medesima prova ottenendo chi un misero A1, chi il massimo ovvero il C2, perché l’esame si aggiusta in base alle risposte che dai e sale o scende di livello di conseguenza. Ciò comunque riguarda i test a durata biennale come l’IELTS, non gli esami di certificazione a validità perenne.
Quanto alla modalità di svolgimento delle prove, la stragrande maggioranza degli esami si svolgono in una sede d’esame fisica e secondo un ben preciso calendario predeterminato e pertanto presentano un vincolo sia di spazio che di tempo. Negli ultimi tempi però si sta diffondendo una modalità alternativa che siamo sicuri avrà un grande avvenire: esami di inglese interamente online, da svolgersi al PC di casa o dell’ufficio tramite piattaforma informatica con la massima flessibilità di giorni e orari, perfino nel weekend! Questi sistemi di certificazione con un approccio molto più tecnologico in pochi anni stanno ricevendo accreditamenti da organi governativi e istituzioni universitarie, pertanto possono combinare la flessibilità con la garanzia di essere accettati ai fini di concorsi pubblici.
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Ma veniamo adesso a un’altra questione che si pone a chiunque si appresti a prepararsi per certificare le proprie competenze linguistiche. E cioè, se sia o meno necessario seguire un corso di preparazione. La risposta in questo caso è… dipende! Se da un lato non è tecnicamente indispensabile, c’è comunque una norma di buon senso che consiglia di fare una cosa semplicissima: sottoporsi a un test di livello, scritto e orale con insegnante madrelingua per capire quanto si è distanti dall’obiettivo che si vuole raggiungere. Noi, come scuola di lingua e centro di preparazione specializzato, offriamo questo servizio gratuito e senza impegno.
In effetti il problema va scomposto in due parti:
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Non c’è una sola risposta a questa domanda, perché le soluzioni possono essere davvero tante in base a vari fattori:
In base alla combinazione dei vari parametri, possono verificarsi varie opzioni. La prima è prepararsi senza seguire un corso, studiando da solo in vista dell’esame. Questa è di solito la soluzione preferita da chi ha un budget ridotto e/o pensa di partire da un livello piuttosto buono. Prepararsi in autonomia tuttavia non significa farlo realmente “da soli”: per chi si prepara a un esame LanguageCert ad esempio, la nostra scuola dà accesso a una serie di risorse online quali:
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La seconda opzione – da preferire se l’esame non è imminente e ci si può preparare con calma, sono i corsi di gruppo – online o in presenza. Questi a loro volta possono essere di due tipi:
Terza e ultima è l’opzione delle lezioni private specifiche, quella da preferire quando il tempo è poco ma anche quando c’è un gap abbastanza importante rispetto al livello che è il proprio obiettivo. Questa opzione è ovviamente più dispendiosa, ma è anche quella che può fornire:
Queste ovviamente sono delle considerazioni generali abbastanza astratte che poi abbisognano di una valutazione personalizzata: se ti rivolgi a noi, compreso nel prezzo otterrai da subito, oltre a un efficace test d’ingresso scritto e orale, anche una consulenza personalizzata per trovare, in base alle quattro variabili di cui sopra, non solo la soluzione di apprendimento migliore ma anche il tipo d’esame di certificazione più adatto!
Ci sentiamo infine di darti un altro consiglio più che spassionato: la serietà della preparazione a un esame non si può comprare! Chi ti assicura la consegna di un documento ufficiale senza aver testato in modo approfondito il tuo livello di conoscenza della lingua, stai certo che sta cercando di venderti qualcosa dalla dubbia validità. Purtroppo le leggi della domanda e dell’offerta a volte inducono migliaia e migliaia di aspiranti insegnanti ad accettare situazioni borderline – per non dire totalmente illegali – pur di ottenere qualche punto in graduatoria: il fatto che una massa di persone accettino simili compromessi non giustifica affatto una scelta del genere da parte del singolo. Poi non ci sarebbe da stupirsi se dei controlli dovessero rendere nulli i certificati rilasciati da un ente (per quanto presente nella lista MIUR) se in un dato centro d’esame saranno emerse delle irregolarità.
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