L’inglese nella ristorazione: come lavorare nel miglior ristorante al mondo

È risaputo che la conoscenza delle lingue è un valore aggiunto per chi lavora nel mondo del turismo. Tuttavia, nell’industria turistica ci sono diverse professionalità e la prima distinzione che viene in mente è tra ricettività e ristorazione. In quest’ultimo settore, chi lavora in sala conosce bene il valore aggiunto delle lingue straniere, mentre chi sta in cucina potrebbe tendere a sottovalutarle. In realtà questo sarebbe un errore, non solo perché in un settore a sempre più alta specializzazione tecnica, lavorazioni e piatti innovativi spesso sono veicolati in inglese, ma anche perché in un mondo sempre più globalizzato anche nelle cucine italiane, soprattutto in ristoranti di fascia medio-alta, lavorano sempre più stranieri che non necessariamente hanno una buona padronanza dell’italiano. Infine, e veniamo all’oggetto di questo articolo, perché con un buon livello di inglese non importa dove sei nato e dove stai lavorando, potrai andare a fare esperienza in qualunque ristorante nel mondo… perfino nel numero uno assoluto come in questo caso!

Ciao Mariangela, hai fatto un corso d’inglese alla Scuola Virgilio 7 anni fa. È un piacere ritrovarti vedendo quanta strada hai fatto! Dicci un po’, dove ti trovi e cosa fai?

Mi trovo in Danimarca da un mese e starò qui altri due. Lavoro in cucina dai tempi della scuola superiore anche se la passione per il cibo e la sua trasformazione penso sia nata con me.

Danimarca… Interessante! Raccontaci, ma intanto parlaci di dov'eri e cosa facevi prima di partire.

Da 7 anni lavoro all’hotel ristorante Tannure di San Vito Lo Capo, luogo in cui ho trovato spazio per crescere, studiare e sperimentare. Lì si lavora stagionalmente, e siccome in inverno la mia mente e le mie mani non riescono a star ferme, ho sfruttato i mesi di stop per studiare! Ho fatto corsi di aggiornamento sul pane, su nuove tecniche e attrezzature di cucina, ho continuamente fatto prove anche e soprattutto in casa – del resto da due anni si convive con il Covid. Pur chiusa in casa, ho continuato a mantenere la mente focalizzata sui miei obiettivi e a fine estate 2021 ho deciso di mandare dei CV random per ristoranti stellati all’estero. Confrontandomi con un’amica ed ascoltando una vocina nella testa, ho deciso di mandare la mia candidatura per un tirocinio al Noma, ristorante con tre stelle Michelin. Non credevo che mi avrebbero minimamente considerata. Invece nel giro di una settimana mi sono ritrovata a compilare moduli, acquistare un biglietto aereo ed arrivare qui!

Wow il Noma! Una volta è stato nominato miglior ristorante al mondo, come Bottura di recente, no?

Una volta? Ben cinque volte! Di cui l’ultima proprio nel 2021… quindi è il campione in carica per così dire.

Cartello del ristorante Noma a Copenhagen
Incredibile… quindi stai facendo uno stage nel numero uno mondiale! Che grande opportunità di crescita umana e professionale!

Eh sì… circa quindici anni fa lo Chef Renè Redzepi del Noma (qui la loro pagina Wikipedia) ha lanciato il panorama gastronomico scandinavo a livello mondiale, e ancora oggi riesce a innovare e stupire. Lavorando qui ho scoperto tantissime cose nuove ed interessanti. Ho assaggiato le formiche, le pigne fermentate, il pino danese e il… pene di renna – sì il Pene di Renna un po’ come noi Trapanesi mangiamo il Lattume di Tonno: come tradizionalmente non si butta niente del maiale e del tonno, la filosofia del Noma è proprio di usare tutto quello che ci offre la natura, in particolare i prodotti selvatici e spontanei e anche ciò che per altri sarebbe uno scarto. Fare parte del team del Noma è un sogno: questo luogo è mistico, pieno di risorse da cui trarre pensieri personali, un luogo circondato dalla natura che cambia ogni stagione e si trasforma, pur restando lì, un pò come gli alberi che cambiano le foglie ma non luogo.

Fantastico. Lavoro a parte, cosa ti piace di più e cosa di meno della tua vita attuale?

Mi sono adattata ad un nuovo stile di vita. I danesi si spostano prevalentemente in bici, ed io come loro ne ho una qui. Vado a lavoro ed in giro per la città in bicicletta con il sole, la pioggia, la neve ed il vento. Ammiro come i danesi si adattano al loro clima, perché mi fa capire quanto siano flessibili ai cambiamenti e non si lasciano certamente scoraggiare dalla pioggia. Quindi vivere questo posto da local mi sta facendo acquisire nuove consapevolezze sulla vita.Da siciliana, certamente apprezzo molto meno le temperature rigide di questi mesi invernali a cui loro sono ovviamente abituati. Ma per il resto adoro questo luogo e il rispetto che hanno le persone per l’ambiente in cui vivono: è la nazione più green d’Europa se non del Mondo, insieme alla vicina Svezia. Questo è ciò che vorrei si riuscisse a creare nella mia terra.

Costruisci anche tu il tuo futuro all'estero!

Eh sì, c’è solo da prendere esempio da loro. E tu cosa pensi di fare dopo?

A fine percorso tornerò in Sicilia e inizierò un nuovo ciclo lavorativo, sicuramente con un nuovo spirito ma spero soprattutto con nuove idee e nuovi metodi.

Che lingua (o che lingue) usi al lavoro e nella vita privata?

Al lavoro c’è una piccola comunità italiana, ma in cucina si parla prevalentemente inglese, anche se essendo una brigata multiculturale ognuno aggiunge parole nella sua lingua madre, per scherzare e smorzare i ritmi intensi della giornata. Qui ho avuto modo di conoscere olandesi, greci, messicani, tedeschi, colombiani, canadesi, giapponesi, vietnamiti e danesi ovviamente. Condivido l’appartamento con altre ragazze, una brasiliana e una finlandese e tra noi si parla sempre in inglese, l’unica lingua che ci permette di avere un confronto.

Mariangela Poma nel viale del ristorante noma
Quando e dove hai imparato l’inglese? Oltre che alla Scuola Virgilio, hai fatto altri corsi?

Ho iniziato a studiare inglese alle elementari e avevo già una buona predisposizione, poi  alle superiori sono riuscita ad arrivare ad un buon livello grazie ai professori e al fatto che mi piacesse molto e quindi mi impegnavo parecchio. Ho fatto un corso di inglese Trinity i primi anni delle superiori, poi un corso di preparazione al Livello B1 in una scuola a Liverpool lì e ho completato il B1 con un corso PET da voi alla Scuola Virgilio pochi anni dopo il diploma.

Quanto è stato utile avere un discreto livello d’inglese?

Conoscere ed imparare l’inglese è stato fondamentale sia per il lavoro ma anche per la vita quotidiana. Penso sia importante per viaggiare, comprendere le altre culture e capire cosa succede negli altri paesi. Con l’inglese si accorciano le distanze nel mondo e ci si sente ancora di più un’unica comunità.

Scopri gratis il tuo livello di inglese!

Cosa consigli ai tuoi coetanei e ai più giovani, soprattutto nel settore della ristorazione? Relativamente alle lingue ma non solo…

Ai miei coetanei e ai più giovani che vorrebbero fare il mio stesso lavoro oppure no direi: Siate Curiosi! Credo fermamente che dalla curiosità si costruisca tutto il resto. È il giusto punto di partenza per tutto. Studiate, cercate in giro, aggiornatevi costantemente (tipo quando scrollate la home di Instagram e spunta la rotellina di caricamento per nuovi contenuti), fatevi domande, iniziate dai motori di ricerca per ottenere le vostre risposte, poi approfondite. Usate i social per spulciare pagine di persone e organizzazioni che possano ispirarvi a cambiare qualcosa della vostra vita. E poi lanciatevi e mettete tutto in pratica. Poi se tutto ciò viene incrementato dall’inglese, tutte queste possibilità si moltiplicheranno!

Non possiamo che darti ragione. Siamo veramente felici per la tua esperienza: per chi lavora in una scuola di lingue non c’è più grande gratificazione che vedere un proprio studente sfruttare appieno quanto appreso in un corso d’inglese. Complimenti e in bocca al lupo per tutto!